SINDACO PIZZIGALLO: PER FARE CHIAREZZA

Cari concittadini, poiché in Città si susseguono voci multiple e discordanti sul presente e sul futuro amministrativo di Anguillara, ritengo opportuno precisare tutte le circostanze relative alla presunta incompatibilità, sperando così di fare chiarezza, pur rendendomi conto che sarà la Magistratura nelle sedi opportune a stabilire, per colpa di una sinistra locale che ama le carte bollate anziché la propria Città a dare il giudizio definitivo.

Data:
8 Aprile 2010

SINDACO PIZZIGALLO: PER FARE CHIAREZZA

Cari concittadini,

poiché in Città si susseguono voci multiple e discordanti sul presente e sul futuro amministrativo di Anguillara, ritengo opportuno precisare tutte le circostanze relative alla presunta incompatibilità, sperando così di fare chiarezza, pur rendendomi conto che sarà la Magistratura nelle sedi opportune a stabilire, per colpa di una sinistra locale che ama le carte bollate anziché la propria Città a dare il giudizio definitivo.

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La presente missiva ha il solo fine di spiegare all’opinione pubblica la vicenda alla base del giudizio innanzi al Tribunale di Civitavecchia. Per evitare altre inutili strumentalizzazioni e non cadere nell’ “infame” gioco di coloro che, con la loro azione, non hanno fatto altro che ledere la volontà popolare manifestasi con le elezioni del giugno scorso, che mi hanno visto vincitore con il 54% dei consensi, il sottoscritto non rilascerà altre dichiarazioni in attesa del giudizio di Appello che, ne sono certo, riformerà la sentenza del 25 marzo 2010.

Innanzitutto c’è da dire che la lite per cui si sostiene la mia incompatibilità da Sindaco ha la sua genesi in un’altra controversia e, più precisamente, quella afferente le operazioni di cessione del ramo di azienda “Acqua Claudia” srl da parte della proprietaria San Pellegrino Spa alla società Acqua Claudia Holding Spa, regolamentate con contratto preliminare del 12.09.2003.

L’articolo 11 del contratto preliminare di compravendita prevedeva, quale condizione di efficacia del contratto stesso, la partecipazione imprescindibile all’operazione di acquisto da parte di un Ente Pubblico (Regione, Provincia, Comune), con una quota pari almeno al 20%. Per tale motivo, con comunicazione del successivo 15 settembre, l’Acqua Claudia Holding Spa (per brevità ACHS) proponeva all’allora amministrazione comunale guidata dal Sindaco Pizzigallo di subentrare nel capitale sociale onde acquisire il citato ramo d’azienda.

L’Amministrazione Comunale, valutata:

–      l’opportunità dell’operazione nell’ottica di promuovere “le iniziative di     sviluppo economico locale che, per le loro peculiari caratteristiche erano strettamente legate al mondo imprenditoriale e produttivo locale ” (delibera n. 68/203);

–      che tra queste realtà economico – imprenditoriali, lo stabilimento Acqua Claudia, ove veniva prodotta e commercializzata l’omonima acqua appariva senza dubbio quella di maggior rilievo, soprattutto per le forze lavorative locali ivi occupate;

–      che l’operazione di compravendita era per il Comune estremamente vantaggiosa, dal momento che i soci privati avrebbero dovuto corrispondere l’80% dell’importo complessivo di acquisto immediatamente, mentre l’Amministrazione avrebbe dovuto corrispondere il residuo prezzo del 20% mediante fidejussioni bancarie a scadenza triennale e, pertanto, senza influenza alcuna sul bilancio comunale;

–      considerati tutti questi elementi ed in particolare ritenuta la partecipazione dell’Amministrazione comunale a tale società di capitale come un SERVIZIO PUBBLICO, si deliberava di acquisire la quota pari al 20% del capitale sociale del’ACHS avente ad oggetto unicamente quello di produrre e commercializzare le acque minerali di cui sopra.

I patti parasociali deliberati e approvati dal Consiglio Comunale prevedevano che tre membri del consiglio di amministrazione dell’ACHS dovevano essere nominati dal socio pubblico, cioè il Comune, e che il SINDACO o SUO DELEGATO dovesse assumere il ruolo di Presidente.

Nelle more del perfezionamento della compravendita, mentre il socio Comune di Anguillara Sabazia onorava i propri impegni, ottenendo dall’Istituto di credito di fiducia le richieste di fidejussione, i soci privati non riuscivano a reperire il finanziamento per cui si erano impegnati.

Poiché la perizia di acquisto dello stabilimento era di circa 7 milioni di euro, fatte salve le passività dell’azienda, essendo state evidenziate alcune irregolarità, fra le quali la mancata richiesta di esercizio del diritto di prelazione da parte della Sovraintendenza sulla antica Villa romana, alcune irregolarità catastali nel posizionamento dei pozzi e soprattutto la mancanza della licenza di commercializzazione dell’acqua imbottigliata, la ACHS chiese altresì che la perizia stessa fosse riequilibrata a 4 milioni di euro, ottenendo un netto rifiuto da parte della proprietà.

Questi fatti e l’inadempienza del socio privato determinavano ipse facto, l’interruzione tra le parti e l’introduzione ad opera della proprietà San Pellegrino del procedimento arbitrale in forza dell’art. 16 del citato contratto preliminare, per sentire dichiarare l’inadempimento della ACHS.

Vi è da dire, inoltre, che le elezioni amministrative del giugno 2004 vedevano la vittoria dello schieramento politico di centro sinistra guidato da Emiliano Minnucci che, pertanto veniva eletto Sindaco. Il nuovo Sindaco e la nuova maggioranza di centro sinistra, nonostante la lite con la San Pellegrino di cui sopra, non ritenevano opportuno nominare nuovi amministratori in luogo di quelli già nominati dal socio pubblico Comune di Anguillara in esecuzione dei suddetti patti parasociali. Il Consiglio Comunale si limitò con delibera del 31 agosto 2004, a dare mandato al Sindaco di uscire dalla società, cosa che mai è stata fatta, né sotto forma di vendita del 20% di quote azionarie in suo possesso, né sotto forma di sostituzione degli amministratori in precedenza nominati.

Pertanto mi vedevo confermare per facta concludentia la fiducia del socio pubblico Comune di Anguillara Sabazia amministrato dal nuovo Sindaco Emiliano Minnucci ed in verità mai il Comune ha manifestato in alcun modo parere discordante e/o in contrasto con l’operato degli amministratori.

Tutto ciò sino all’estate 2006, quando trascorsi circa due anni dalla loro conferma, il socio Comune di Anguillara Sabazia decideva di proporre nei confronti degli amministratori di ACHS dell’ “epoca Pizzigallo” l’azione di responsabilità ex art. 2476 cc, per cui viene sostenuta la mia incompatibilità da Sindaco, per l’acquisto dello stabilimento dell’Acqua Claudia. Io tuttavia mi ero già dimesso dalla Presidenza e dal Consiglio di Amministrazione dell’ACHS nel luglio 2005.

Quindi, è solo da quel momento che il Comune si “ricordava” di essere socio dell’ACHS decidendo di promuovere l’azione di cui sopra, dimenticando che io ero rimasto amministratore nominato dal Comune e non, invece, dal socio privato di maggioranza.

Conseguentemente, riassumendo:

–      il sottoscritto, sia durante la mia prima amministrazione, che – fino a quando rimasto socio – durante quella del dott. Minnucci ho svolto il ruolo di Presidente dell’ACHS unicamente per conto e nell’interesse del socio pubblico di minoranza Comune di Anguillara Sabazia.

Alla luce di quanto sostenuto si rende necessaria rendere edotta la cittadinanza che il precetto contenuto nell’articolo 63 D.lgs. n. 267/2000 comma 1 n. 4 contiene una deroga alla sussistenza della paventata incompatibilità e cioè, che, quando la lite riguarda un fatto connesso con l’esercizio del mandato, questa viene meno. La deroga va letta tenendo presente che essa è volta a salvaguardare il libero esercizio delle funzioni dal timore di incorrere in situazioni di incompatibilità e deve ritenersi sussistere tutte le volte che l’amministratore abbia agito nell’interesse pubblico, indipendentemente dal tipo di mandato per il quale è insorta la controversia, ben potendo questo essere diverso e successivo da quello originario della cui compatibilità nell’ambito della normativa si discute.

Vi è inoltre da aggiungere che l’azione di responsabilità promossa dal Comune di Anguillara Sabazia nella qualità di socio dell’ACHS nei confronti del mio operato, al di là del suo fondamento giuridico contestato nelle sedi competenti da me stesso con richiesta accessoria di risarcimento danni, è afferente e relativo al mio operato di amministratore pubblico. Io, cioè, non ho mai agito nella questione Acqua Claudia quale portatore di un fine personale ma SOLO ed UNICAMENTE, nell’esercizio di mandato di amministratore, per il perseguimento dell’interesse generale.

Conseguentemente tutti gli atti compiuti da me devono essere considerati espressione della volontà dell’Ente Pubblico nella vicenda in questione.

E’ palese, inoltre, come la lamentata incompatibilità non sussista, in quanto la lite predisposta dal Comune nei miei confronti è stata proditoriamente impostata unicamente per fini politici e cioè per tutelare l’interesse della maggioranza di centro sinistra salita al potere con l’elezione del 2004.

Non si spiegherebbe altrimenti perché il mio operato è stato, per oltre due anni, avallato dall’amministrazione Minnucci che non mi ha mai significato alcun parere discordante o in contrasto con la mia attività, come avrebbe potuto in considerazione dell’implicita proroga del mio ruolo di Presidente nominato dal socio Comune.

Io, infatti, non avrei avuto alcun problema a dimettermi come poi ho fatto e/o ad essere sostituito da altro amministratore di nomina comunale,  non solo là dove il socio pubblico Comune di Anguillara Sabazia avesse, anche solo informalmente, lamentato un qualche mio inadempimento, ma anche nel caso in cui il Comune stesso avesse manifestato per le vie brevi l’avvenuta cessazione del rapporto di fiducia. Ciò invece non è mai avvenuto!

E’ manifesto pertanto che l’Amministrazione abbia introdotto l’azione giudiziaria in questione solo per mero interesse politico, essendosi ricordata di essere socio dell’ACHS solo dopo due anni dal suo insediamento e volendo, pertanto, dissociarsi da un’operazione posta in essere da un’Amministrazione di opposto colore politico, anche a costo di non fare gli interessi del patrimonio sociale di cui è socio. In tal senso, pertanto impedirmi, malgrado sia stato eletto Sindaco con un plebiscito popolare, di espletare il mandato elettorale significherebbe avallare che l’operato dell’amministratore pubblico potrebbe essere leso nella sua autonomia e nell’indipendenza di giudizio, se dovesse temere che ogni volta i suoi atti che perseguono l’interesse pubblico possano essere inficiati dalla paura di incorrere in situazioni di incompatibilità artatamente predisposte nell’ambito della lotta politica.

Ciò è talmente vero che, se qualcuno avesse ritenuto davvero sussistente la lamentata incompatibilità avrebbe già impugnato l’elezione a consigliere comunale nella tornata elettorale del 2004 che vedeva vincere il dott. Minnucci. Considero invece l’iniziativa della sinistra di Anguillara un vero e proprio attacco personale, studiato a lungo nei tempi e nei modi, con molte “stranezze”, a cominciare dall’udienza tenutasi ben nove mesi dopo l’insediamento, per finire con l’ipotesi di un commissariamento che la legge non prevede in questa circostanza. Desidero pertanto rassicurare la maggioranza dei cittadini che mi vuole bene e apprezza da sempre il mio operato; giunte le motivazioni della sentenza, mi rivolgerò alla Corte di Appello di Roma per un giudizio più equo e attinente ai fatti. Durante questo periodo continuerò, secondo legge, a svolgere il mio ruolo di Sindaco con la responsabilità e la prudenza di sempre arricchite da una maggiore determinazione nel saper distinguere gli sciacalli, i nemici e non gli avversari politici e gli amici, anche quelli “finti”. Nel frattempo invito tutti a moderare i toni, perché non esiterò a denunciare alle sedi competenti atti e scritti che possano travalicare la normale dialettica politica, nel pieno rispetto del ruolo istituzionale e sociale che occupo da anni con onestà e trasparenza. Sono fiducioso nella magistratura e nella giustizia con la G maiuscola, perché ho la coscienza a posto e tutto quello che ho fatto e continuo a fare nella mia qualità di amministratore pubblico è solo per il bene comune dei cittadini di Anguillara.

 

        Il Sindaco
Dott. Antonio Pizzigallo

 

P.S desidero precisare che dal settembre 2003 ad oggi non ho percepito alcuna somma in qualità di presidente della società e che il Comune ha pagato soltanto 24mila euro per acquisire all’epoca il 20% delle quote azionarie.

 

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    Ultimo aggiornamento

    8 Aprile 2010, 00:00